giovedì 6 febbraio 2014

Le cose cambiano cambiandole

Sapete che vi dico? Basta piangersi addosso!
Devo ringraziare Portatore di Luce per avermelo fatto capire. L’altro giorno è venuto da me - in queste condizioni l’unica auto che me la sento di guidare è l’auto di Ken, ma con quella non si va molto lontano - e abbiamo passato un pomeriggio insieme.
Non riesco a spiegarvi quello che ho provato quando sono tornato alla normalità. La vera normalità di avere il mio corpo e non qualcosa che, tirando i muscoli, ci si avvicina. So solo che a un certo punto Portatore di Luce mi ha detto “Smettila di piangere e vai a vestirti!” - sì: è stato imbarazzate, ma sul momento non me ne fregava niente.
La spesa, il negozio di giocattoli - insomma, potrei farne a meno, ma la vasca idromassaggio di barbie ci era parsa una buona idea sul momento - un giro al Comet tanto per curiosare. Ho pensato che tutto potesse andare bene, che le cose funzionassero.
Poi c’è stato l’incidente con i sacchi della spazzatura. Insomma, mi ero così abituato a esser tornato alla mia normalità che non c’ho pensato. Sono uscito con quasi due mesi di spazzatura pressata in varie buste di plastica e - tempo un paio di isolati - la realtà dei fatti mi è caduta addosso insieme all’immondizia. Non so che mi ha preso in quel momento - rabbia, delusione, stordimento, idiozia fulminante - ma non sono neanche riuscito a tirare gli addominali. Portatore di Luce mi ha trovato lì, a biasciare bestemmie nella spazzatura.
Fuori dalla luce ci sono le tenebre. La sera, quando se ne è andato, è stato come spegnere la luce, cadere in un buio di becera autocommiserazione. Non riuscivo a pensare, avevo solo questo sentore come se mi mancasse qualcosa. Mi sentivo una merda. Più del solito per intenderci. Sono stato tentato di chiamarlo diverse volte, poi mi dicevo che era tardi o che aveva già fatto troppo per me. Insomma, che speravo di fare? Vivere insieme a lui?
Cioè, magari.
Portatore di luce. Già, forse è veramente un portatore di luce, e non solo di normalità, ma di positività, di voglia di vita, di forza. Forza che sento di aver perso. Facile dare la colpa al mio pseudo potere. “Sono uno sfigato con un potere da sfigato, compatitemi grazie.” 
Non posso sempre contare su di lui. Anche se so che ci sarà quando ne avrò bisogno, devo tirarmi su sulle mie - corte - gambe. Devo fare mia la positività e la forza vitale che portatore di luce mi ha mostrato. Devo alzare la testa e guardare avanti.
Vecchio e patetico Max, addio.
Prima cosa, trovare un lavoro adatto alle mie peculiarità. In bocca al lupo a me.

Un nuovo Max.

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