Per quanto
si possa essere diversi o isolati, non si è mai veramente soli. Trovi sempre
qualcuno ferito come te, pazzo come te, fantasioso come te, solo come te,
eccetera, chiunque tu sia.
Ma qualcuno
marchiato come te… quello non me lo aspettavo.
Internet è
la mia dannazione: ogni volta che ho un problema, un dubbio o una curiosità mi
fiondo su Google. Però questa volta, a quanto pare, mi ha dato la risposta più
utile e agghiacciante di tutte, lasciandomi trovare questo blog. Ho letto le
vostre testimonianze e ho capito che qualcosa sta succedendo.
Mi vengono
in mente gli X-men e i salti generazionali, come vengono descritte le
mutazioni. Sia così anche per noi?
Di certo non
avrei mai pensato che questa specie di rombo o runa, che voi descrivete come
una S o una SS, rappresentasse tanto.
In verità
non so cosa voglia dire per me, è tutto così confuso. È accaduto tutto
stamattina, una come le altre, dopo essermi alzata pigramente con l’idea di studiare
per l’imminente sessione d’esami. Idea che, tra parentesi, è andata in fumo.
Quando ho
l’opportunità di stare a casa, specialmente se da sola, passo ore in pigiama, a
malapena consapevole di essere al mondo, al massimo crogiolandomi davanti al
fuoco della stufa. È stato solo perché mi stavo stropicciando gli occhi con la
mano sinistra che ho notato quel simbolo nella parte interna del mio polso. Per
un assurdo istante ho pensato di aver avuto un attacco di sonnambulismo e aver
tentato di tagliarmi le vene. Va bene lo
stress, ma prima di arrivare al livello d’allucinazione del Cigno Nero penso ce
ne voglia!
In ogni caso
non mi sentivo diversa dal solito. L’unico segno, oltre quello sul polso, era
(ed è) un persistente desiderio di mutare, d’esser qualcun altro da qualche
altra parte, per sentirmi libera. Non che sia una novità: l’ho sperimentato più
e più volte nei miei modesti 22 anni di vita. Però passando davanti allo
specchio dell’ingresso, diretta verso al bagno per disinfettare quei tagli, “vidi”
la cosa più assurda della mia vita.
Devo tornare
un po’ indietro, prima di descriverlo. Dovete sapere che film e libri sono la
mia passione e mi entrano sempre nelle vene, fossero anche monotoni. I
personaggi di quelle storie s’impossessano dei miei pensieri e finisco col fare
sogni molto intensi: essere in storie simili a quelle lette, essere un
personaggio che potrebbe starci in esse, impersonare uno dei protagonisti
stessi, leggere un seguito inesistente… insomma, penso abbiate capito.
Anche
stanotte, come quasi tutte le notti, ho fatto un sogno. Il protagonista, per
semplificare, era una sorta di fantasma. E stavo ripensando al mio sogno, poco
prima di scoprire il simbolo. Però insomma, giunta davanti allo specchio vidi
una cosa impossibile o, per meglio dire, non vidi. Non mi riflettevo.
Mi sono
fermata all’istante, credendo che mi sarebbe venuto un colpo. Fossi stata come
le mie amiche avrei cacciato un urlo, ma la mia voce svanisce quando sono traumatizzata.
Ho sbattuto le palpebre un paio di volte riflettendo sul fatto che non fosse
possibile tutto ciò e poi di nuovo ero lì, al mio posto, che mi fissavo negli
occhi.
Non sapevo
cosa fare, cosa dire, cosa pensare. Per un istante supposi di star ancora
dormendo. Forse lo stress di questi giorni aveva raggiunto l’apice.
Per
sdrammatizzare la situazione a me stessa, pensai che finché non mi fossi
trasformata nella me cattiva sarebbe andato tutto bene. In quel momento vidi la
me nello specchio mutare. Capelli, pelle e occhi si scurirono. Con paura ho
notato che non era solo nello specchio che ero diversa, ma anche guardandomi
direttamente le mani e i capelli.
Pensai un’altra
volta che non fosse possibile e ancora sono tornata normale.
Sono certa
che non siano allucinazioni. Però non capisco. Una parte di me trova tutto
questo estremamente esaltante, ma non so se sia quello che desidero. Spero di
trovare risposte con voi.
Ah, ultima
cosa. Camufferò il mio nome solo per metà, chiamandomi Maria Grigiostella. Chiamatemi
pure solo Maria.
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