lunedì 23 dicembre 2013

Non si è mai soli



Per quanto si possa essere diversi o isolati, non si è mai veramente soli. Trovi sempre qualcuno ferito come te, pazzo come te, fantasioso come te, solo come te, eccetera, chiunque tu sia.
Ma qualcuno marchiato come te… quello non me lo aspettavo.
Internet è la mia dannazione: ogni volta che ho un problema, un dubbio o una curiosità mi fiondo su Google. Però questa volta, a quanto pare, mi ha dato la risposta più utile e agghiacciante di tutte, lasciandomi trovare questo blog. Ho letto le vostre testimonianze e ho capito che qualcosa sta succedendo.
Mi vengono in mente gli X-men e i salti generazionali, come vengono descritte le mutazioni. Sia così anche per noi?
Di certo non avrei mai pensato che questa specie di rombo o runa, che voi descrivete come una S o una SS, rappresentasse tanto.
In verità non so cosa voglia dire per me, è tutto così confuso. È accaduto tutto stamattina, una come le altre, dopo essermi alzata pigramente con l’idea di studiare per l’imminente sessione d’esami. Idea che, tra parentesi, è andata in fumo.
Quando ho l’opportunità di stare a casa, specialmente se da sola, passo ore in pigiama, a malapena consapevole di essere al mondo, al massimo crogiolandomi davanti al fuoco della stufa. È stato solo perché mi stavo stropicciando gli occhi con la mano sinistra che ho notato quel simbolo nella parte interna del mio polso. Per un assurdo istante ho pensato di aver avuto un attacco di sonnambulismo e aver tentato di tagliarmi le vene.  Va bene lo stress, ma prima di arrivare al livello d’allucinazione del Cigno Nero penso ce ne voglia!
In ogni caso non mi sentivo diversa dal solito. L’unico segno, oltre quello sul polso, era (ed è) un persistente desiderio di mutare, d’esser qualcun altro da qualche altra parte, per sentirmi libera. Non che sia una novità: l’ho sperimentato più e più volte nei miei modesti 22 anni di vita. Però passando davanti allo specchio dell’ingresso, diretta verso al bagno per disinfettare quei tagli, “vidi” la cosa più assurda della mia vita.
Devo tornare un po’ indietro, prima di descriverlo. Dovete sapere che film e libri sono la mia passione e mi entrano sempre nelle vene, fossero anche monotoni. I personaggi di quelle storie s’impossessano dei miei pensieri e finisco col fare sogni molto intensi: essere in storie simili a quelle lette, essere un personaggio che potrebbe starci in esse, impersonare uno dei protagonisti stessi, leggere un seguito inesistente… insomma, penso abbiate capito.
Anche stanotte, come quasi tutte le notti, ho fatto un sogno. Il protagonista, per semplificare, era una sorta di fantasma. E stavo ripensando al mio sogno, poco prima di scoprire il simbolo. Però insomma, giunta davanti allo specchio vidi una cosa impossibile o, per meglio dire, non vidi. Non mi riflettevo.
Mi sono fermata all’istante, credendo che mi sarebbe venuto un colpo. Fossi stata come le mie amiche avrei cacciato un urlo, ma la mia voce svanisce quando sono traumatizzata. Ho sbattuto le palpebre un paio di volte riflettendo sul fatto che non fosse possibile tutto ciò e poi di nuovo ero lì, al mio posto, che mi fissavo negli occhi.
Non sapevo cosa fare, cosa dire, cosa pensare. Per un istante supposi di star ancora dormendo. Forse lo stress di questi giorni aveva raggiunto l’apice.
Per sdrammatizzare la situazione a me stessa, pensai che finché non mi fossi trasformata nella me cattiva sarebbe andato tutto bene. In quel momento vidi la me nello specchio mutare. Capelli, pelle e occhi si scurirono. Con paura ho notato che non era solo nello specchio che ero diversa, ma anche guardandomi direttamente le mani e i capelli.
Pensai un’altra volta che non fosse possibile e ancora sono tornata normale.
Sono certa che non siano allucinazioni. Però non capisco. Una parte di me trova tutto questo estremamente esaltante, ma non so se sia quello che desidero. Spero di trovare risposte con voi.
Ah, ultima cosa. Camufferò il mio nome solo per metà, chiamandomi Maria Grigiostella. Chiamatemi pure solo Maria.

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