lunedì 28 aprile 2014

Io non ci sto!

Leggere questo blog è diventato avvilente e preoccupante. Tutti che scappano e si rintanano da qualche parte. Da quando Max ci ha abbandonato è scoppiato il delirio.
Non pensate che questo possa essere il gioco di chi ci dà la caccia?
Dividerci per renderci deboli e vulnerabili!
Avanti. Capisco che non abbiamo ancora piena consapevolezza dei nostri poteri e che son più i problemi che ci hanno creato dei vantaggi. Ma possibile che la fuga sia l’unica reazione possibile? Dividerci e sparire?
Persino Sybil che ha creato questo blog non si fa più sentire. Rapita? Nascosta?
O eri uno degli ingranaggi dei nostri fantomatici inseguitori?
Questo blog non è più sicuro? Lo è mai stato?
Ogni volta che mi connetto e vi leggo i dubbi mi assalgono.
E pensare che tutto filava a meraviglia. Nessuno dei miei “pazzi criminali” ha più tentato la fuga.
Si è diffusa la voce che il bosco sia stregato. Alberi che si muovono e picchiano chi fugge.
Mai stato più facile il lavoro.
Per precauzione ho convinto pure la direttrice ad aumentare il “verde ornamentale” in struttura. In ogni angolo c’è almeno un vasetto di fiori.
Mi ero illuso che tutte le storie di inseguimenti e rapimenti fossero frutto della vostra immaginazione.
Fino a due settimane fa.
Amaramente mi son dovuto ricredere.

«Ma che hai combinato?»
Ero a pranzo dai miei. Mia madre mi prende in disparte a fine pasto.
La guardo incerto.
«Son venuti dei signori, tutti eleganti. Ti cercavano. Han detto che non ti han trovato dove abitavi e che dovevano parlare con te.»
«E tu cosa hai risposto?» Sudo freddo. In un attimo mi si sono accavallati davanti agli occhi tutti i vostri messaggi.
«Non mi han detto per cosa ti cercavano. Ho pensato fosse per i debiti col vecchio locale. Allora gli ho detto che ti sei appena trasferito per lavoro dalle parti di Napoli… e che ancora non mi hai fatto sapere dove sei e come stai. Ho fatto bene, no?»
«Sì sono loro.» Rispondo incerto. «Hai fatto benissimo. Ti hanno creduto?»
«Non hanno insistito e son andati via. Ma l’Anto mi ha detto che han fatto domande un po' a tutti nel paese per sapere dove vivi adesso. Ma non avevi risolto tutto con l’avvocato?»
« Cosi mi aveva detto. Hai fatto bene così. Adesso lo chiamo e vediamo cosa vogliono. Ma non ti preoccupare!»
L’abbraccio. Abbraccio tutti. E parto velocemente alla volta di casa, controllando prima di partire se ci sono auto o tizi strani nei dintorni. Per fortuna il mio paesino è piccolo. Poche macchine tutte rigorosamente nei garage. È facile vedere se c’è qualcuno di nuovo in giro.
Via libera e parto.
Me ne sono andato con circospezione, guardando mille volte nello specchietto retrovisore se fossi seguito.

Sanno chi siamo? Decisamente.
Cosa vogliono da noi non lo so. Ma non mi piacciono questi sistemi né sentirmi seguito e braccato.
Ho rimuginato per una settimana sulla cosa fino a domenica scorsa. Ho accompagnato mia moglie e mio figlio in piazza tre martiri a Rimini. I volontari della Croce Rossa distribuivano bonsai per la ricerca sull’Aids.
Illuminazione.
Alberi in miniatura. Chissà quali portenti posso ricavarne.
Beneficienza senza dare troppo nell’occhio; per la gioia dei volontari ne compro una decina. Uno per ogni stanza della casa, uno per il cruscotto dell’auto. Uno per il mio spogliatoio a lavoro.

E ho iniziato ad allenarmi.

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