martedì 25 febbraio 2014

INNOCENTI SODDISFAZIONI

Adesso non posso più far finta di niente. Che se solo ci ripenso, mi sale l’ansia, il Segno ricomincia pulsare, torna la luce verde e poi diosolo sa quello che succede. Altro che pomatina e passa tutto! Calma. Resterò calma, racconterò con ordine e spero solo di restarne fuori… da cosa, spero di riuscire a spiegarlo, altrimenti ve ne accorgerete da soli.

È ricominciato l’altra mattina, quando mi sono alzata. Devo vestirmi, andare in farmacia. Quel segno sulla gamba va curato, haivistomai fosse la circolazione, non c’è da scherzarci. Sulla poltroncina il solito vestito grigio, ch’è il colore giusto per la mia età. Non nero, che fa bara, ma nemmeno sgargiante. Niente di peggio di quelle che non si arrendono, capelli rosso melanzana e unghie finte, che scuotono il sedere al Centro Anziani coi lumaconi prostatici. Patetiche!… Eppure anch’io ballavo, ma da giovane, e mica male, ci andassi ora gli farei vedere, non fosse che ho il senso della misura, io -Ecco, lo sento, il Segno sta pulsando. Spero solo di riuscire a continuare, perché mi sento la testa strana- dicevo, non come Rosetta, donnetta acida e volgare, perfetta come portiera. E del resto, come dimenticarlo? Con quali meschini inganni si accaparrò il posto che solo a me spettava. Ma d’altra parte perché crucciarsi? Non sono donna da portierato io, no di certo, non mi s’attaglia proprio. Ebbene, mi gingillavo con questi pensieri, quando avvertii quella prurigine proprio lì, dove c’è il Segno. Non volli darle retta. Uno strano benessere mi pervadeva. E pensare a Rosetta e ai suoi intrighi da sottoscala, saperla ad attendermi solo per dardeggiarmi con il suo sguardo insolente, mi divertiva e solleticava l’idea di una piccola, innocente… vendetta! Il Segno pulsava vieppiù e intanto nella testa danzavano pensieri e inaspettate frasi, sempre più complesse, ma chiare come un ruscello cristallino. Continuai a far toletta. Poi scesi in cortile e la vidi. Estirpava erbacce dall’aiuola di ortensie. Rosetta e i fiori. Mai contrasto fu più ridicolo. Aggrappata alla scopa, china tra le foglie, con le dita adunche a scavare nel terriccio, a scrutare pidocchi tra i rami, chiocciolava come un… animale da cortile!
Fu allora che accadde. Il Segno pulsava quasi volesse scoppiare -Mioddio anche adesso!- L’aria si tinse di verde e vidi. Vidi le gambe di Rosetta accorciarsi, diventare gialle e rugose, mentre il corpo rimpiccioliva fino a sgusciare fuori dagli abiti, coperto di piume biancastre. Moveva la testa avanti e indietro con gli occhi stralunati. La bocca si rattrappiva, inghiottita dal naso, adunco e lucente, su un volto ormai di gallina starnazzante e isterica.

Non so dire quanto durò. Minuti. Secondi forse. Il Segno a poco a poco smise di pulsare -Come adesso... Sì, sta passando, menomale sta passando- e pure l’aria tornò normale, che lo spavento non so dire se fu più allora o adesso, che a ripensarci, è strano, ma è come l’avessi rivissuto identico preciso. La gallina era ridiventata Rosetta, tutta nuda dall’altra parte del cortile, che se ne scappava in casa urlando come inseguita dal demonio. Ed io lì, stordita, anche se, lo devo dire, con la soddisfazione di aver visto quella là avere quello che si meritava.

Nella testa m’erano tornati pensieri semplici, come andare in farmacia. Ma strada facendo mi accorsi di averla superata da un pezzo, la farmacia intendo, e che invece ero proprio davanti a un posto dove non avevo mai messo piede: la Biblioteca Comunale. Non so perché, ma dovevo entrarci. Eppure mi vergognavo, perché di sicuro là dentro c’era gente istruita e io il massimo che leggevo erano storie d’amore sulle riviste e certo avrei fatto meglio a tornarmene indietro. Mi voltai, ma subito sentii il segno pizzicare forte.Voleva che io entrassi! E non mi sentivo certo di andargli contro dopo tutto quello che era successo. Anzi, in un certo modo ero pure d’accordo.
Così, per la prima volta nella mia vita, mi avvicinai al bancone e, come da lontano, sentii la mia voce che chiedeva: “Potrebbe suggerirmi qualcosa sul comportamento molecolare?”

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