martedì 18 febbraio 2014

LA PAURA

«Sei stato tu, non è vero?»
Le parole di Puffo mi colpiscono come pugni in faccia.
Il Caffè tintinna di piattini su un sottofondo di ciarle sommesse: coppiette intrecciate a tavolini di legno assaggiano l'uno la brioche dell'altra; studenti radical chic fingono di studiare sui loro mac-book, sprofondati in grosse poltrone finto vintage; gruppi di ragazze in leggins e ballerine si raccontano dell'ultimo stage in Cappadocia, soffiando sul loro bollente caffè al ginseng. Vi chiederete cosa diavolo ci faccio qui; l'unica ragione è che questo è il locale più vicino a casa mia. E io avevo bisogno di parlare con qualcuno oggi. Ho anche aspettato troppo, tenermi tutto dentro mi sta uccidendo.
«Senti,» prosegue Puffo, «io c'ero la prima volta che è successo e qualcosa mi dice che in negozio è andata allo stesso modo.»
«Hai paura di me, vero?» mormoro.
Puffo non risponde subito; sorseggia il suo tè in silenzio. Ecco cos'è. Paura. Ha paura di me. Il mio migliore amico ha paura di me. Un nodo di lacrime mi risale la gola.
«Io ti conosco e per me non cambia nulla,» aggiunge poco dopo, «razionalmente parlando. Ma se me lo chiedi, beh, sì, ho paura. Perché hai questo potere …»
«Io non ho nessun potere!» ringhio a denti stretti.
«… e non riesci a controllarlo. È questo che mi fa paura, che potresti far del male a qualcuno; senza volerlo, santo Dio, senza volerlo: ma potrebbe accadere; ti si potrebbe persino ritorcere contro.»
«Io non voglio nessun cazzo di potere!»
«Ma ce l'hai.»
La verità mi arriva addosso con violenza inaudita. Posso continuare a partorire scuse, giustificazioni – ero ubriaco, non sono sicuro di aver davvero visto un leone, ci dev'essere una spiegazione – ma quello che so, sin da quel lontano 21 dicembre – è che io ho invocato quelle creature e non c'è niente da fare, è così, che io lo voglia o no.
Il nodo di lacrime esplode e io scoppio in un pianto dirotto, con quell'inutile caffè ancora stretto in mano. Un paio di ragazze al tavolo di fianco si gira; poi tornano a raccontare di quando hanno fatto l'autostop a Istanbul.
«Scusa, io … hai ragione … ho una paura fottuta di fare del male agli altri … a te, ad A., che succede che litighiamo e appare il leone? Do fuoco alla casa?»
«Su, su,» si avvicina Puffo, poggiandomi una mano sulla spalla, «sfogati, ti fa bene.»
«E poi? Cosa cambierebbe? Sono una cazzo di bomba a orologeria! Potevo …» abbasso la voce «potevo uccidere qualcuno l'altro giorno in negozio!»
«Ma non l'hai fatto di proposito, giusto?»
«Certo che no! Ero incazzato nero, questo sì, ma non avrei mai …!»
«Appunto, è come ti dico io! Devi dominare il tuo potere!» Puffo termina il suo tè ed espone la sua tesi: «È come quando a sedici anni sei in piena tempesta ormonale: hai gli sbalzi d'umore e un'incontenibile voglia di scopare, così ti si spegne il cervello e ti ritrovi in macchina con dei cessi cosmici.»
«Una bella allegoria,» commento in tono scettico, «e il collegamento coi miei cuccioli che incendiano i negozi quale sarebbe?»
«Beh,» prosegue Puffo, meglio di un ricercatore che espone la sua teoria antropologica a un convegno internazionale, «ora sei come un sedicenne in balia degli ormoni: non sei tu a comandare, bensì il tuo potere. Devi capire come funziona e imparare a controllarlo. Devi fare delle prove, insomma!»
«Prove?»
«Sì, evocare a comando quei mostri e poi dominarli.»
«E se non ci riesco?»
«Incendierai qualcos'altro. Prova con Zara Home, nessuno ne sentirà la mancanza.»
«Ah. Ah. Bella battuta! Intanto per la storia dell'incendio rischio di essere licenziato!»
«Cosa?» esclama Puffo. «Ma non hanno prove che sia stato tu! Anche i pompieri hanno detto che non è stato doloso!»
Inarco un sopracciglio e con tono da martire rispondo: «Katia.»
Puffo mi fissa esterrefatto. «Non dirmi che …»
«Ha messo la pulce nell'orecchio della store-manager e mi hanno fatto capire che mi terranno d'occhio.»
«Che troia! Meriterebbe una bella lezione!»

 Ci scambiamo uno sguardo malefico. «Dicevi di fare delle prove?» esclamo con un sorriso. «Sai, mi è appena venuta un'idea.»

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.