giovedì 20 febbraio 2014

Tecniche per scomparire

Non ho mai avuto la pretesa di essere buona.
Né buona, né giusta.
Anzi, se penso al mio passato, credo di essere stata una stronzetta in parecchie occasioni. Quindi probabilmente è per questo motivo che non riesco a capire perché continuiate tutti (o quasi) a cercare di contenere quello che vi sta accadendo.
All'inizio ok, anch'io ero spaventata a morte.
Ma poi, grazie al blog, è venuto fuori che siamo in tanti alle prese con qualche abilità in più rispetto al resto della popolazione. E quindi perché non spassarsela?
Mentre voi vi impegnate a tenere a bada la situazione, io sto lavorando per capire come funziona il giochino. Appena ho un attimo chiudo gli occhi e provo a sparire. Lo faccio soltanto quando sono a casa, da sola, dopo essermi assicurata di aver chiuso bene le finestre.
Non voglio che si sparga la voce nel vicinato.
La città in cui sono piovuta è piccola, le notizie passano di bocca in bocca alla velocità della luce. A volte mi chiedo cosa lo producano a fare, un telegiornale, quando basterebbe gridare le notizie alla finestra. Tornando al nostro potere, mi sembra che non sia particolarmente facile evocarlo a piacimento, anzi, non mi riesce quasi mai al primo tentativo.
Però so per certo che la molla che fa scattare il meccanismo, almeno per me, è lo stress. Quindi ho elaborato una strategia solo apparentemente incongruente. Prima mi rilasso, e solo dopo mi concentro su un qualcosa che mi manda su di giri.
Mi siedo comoda, chiudo gli occhi, faccio qualche respiro profondo e penso al mio lavoro; lascio che la mia mente vaghi libera tra i pensieri più tristi, le situazioni più angoscianti, poi riapro gli occhi. Al primo tentativo scorgo nello specchio i contorni del mio corpo che si affievoliscono, sembro una caricatura venuta male.
Allora riprovo.
Chiudo nuovamente gli occhi, cerco di liberare la mente da tutti i pensieri, e mi concentro sulle cose che temo di più. Se sono realmente rilassata, sento sulla pelle uno strano formicolio, concentrato sulle mani. All'inizio controllavo subito, per capire cosa mi stesse succedendo.
Ora invece cerco di tenere la mente libera per assaporare quel torpore che mi avvolge, fino a quando non sono pronta per tornare in me.
E' una gioia infinita vedere quel dannatissimo specchio vuoto, capire che posso farcela, e mantenere questa splendida illusione gridando mentalmente “vittoria”!
Altre volte sono soltanto leggermente sfuocata, ma non importa, non ho alcuna intenzione di mollare.
E vi assicuro che non me ne frega proprio nulla di cosa sia stato a “contagiarmi”, a farmi diventare un fantasma tra la gente.
Se ci arriveremo, se lo scopriremo, ben venga. Ma se rimarrà un mistero… pazienza, ce ne faremo una ragione. L'unica certezza che ho a questo punto è che qualunque cosa sia accaduta, ho intenzione di volgerla in mio favore, costi quel che costi.
In queste settimane ho letto tutti i libri che mi sono comprata sull'automotivazione & C. e una cosa l'ho imparata. Se accade un evento imprevisto, in qualche modo, ce lo siamo cercato. Quelli furbi lo capiscono subito e ne approfittano; tutti gli altri passano il resto della loro vita a farsi le pippe su cosa sia giusto o non fare. Beh, pensate di me cosa vi pare, ma farò parte del primo gruppo, potete giurarci.

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