giovedì 6 marzo 2014

Scuse e spiegazioni

Chiedo scusa a tutti per il post di ieri sera.
Stavo per cancellarlo o chiedere alla nostra admin di farlo. Ma credo debba rimanere li dove sta. Non perché voglio offendervi ma come monito:
Siamo vulnerabili.
Per quanto grandi possano essere i nostri poteri ancora non li conosciamo.
Giusto ieri sera ho scoperto il mio ennesimo limite. Rincaso da lavoro come sempre verso le nove. Ceno, bacio della buona notte al bimbo e sul divano davanti alla tv. Giusto per rimanere in tema di stramberie mi guardo Warehouse 13.
Poi un improvviso senso di euforia. Testa leggera, voglia di ridere incontrollata. Freni inibitori sciolti e una gran confusione nel cervello. Non ho mai fumato “roba” e ricordo molto vagamente la mia prima e ultima sbornia. Ma ero “fatto”. E di brutto pure.
Luci, ombre, colori. Fatico ancora a fare la cernita tra quanto realmente accaduto e quanto ho “sognato”.
Ho urlato dal balcone proposte oscene alla barista di fronte? Probabile.
Ho mandato sms spinti a qualche collega? Certo, ahimè.
Ho scritto sul “nostro” blog… palese.
Ho perso il controllo.
E ora devo rifare un portone e la facciata della casa che dà sul giardino.
Ma facciamo ordine tra il caos e il mal di testa che ancora mi spacca il cervello.
«Ma che cazzo combini?» nella nebbia dell’ebbrezza mia moglie mi strattona. Ha letto qualcosa che ho scritto? Impreca.
«Sei stato dai fattoni del piano di sopra? Si sente il “profumo di rosmarino” fin quaggiù!»
Annuso.
I coinquilini del piano di sopra si stanno divertendo un poco… e io ne subisco le conseguenze.
«Ti mollo brutto porco.» Rincara la dose. Mi schiaffeggia. La spintono.
Corro verso la porta che dà sul giardino. Qualche barlume di ragione mi vuole portare “in salvo”. O vuol tenere “al sicuro” la mia famiglia da me.
La porta non si apre. Non trovo la chiave, o non trovo la maniglia.
«Mi serve una fottuta mano!»
E penso al ciliegio in giardino. Gli ordino di aprirmi la porta.
Buio.
Mi risveglio tra brandelli di legno, schegge di vetro, lamiere contorte e intonaco polverizzato.
Capite? Questa specie di simbiosi vegetale mi sta distruggendo.
Già da un paio di settimane non posso indossare nulla che non sia 100% naturale se non voglio rush cutanei o imbottirmi di antistaminici. E ora questo.
Non credo che i ragazzi dell’attico abbiano fatto un festino da sfascio. Qualche cannetta e qualche birretta tra amici al massimo. E io ero fuori come un balcone. Ma questo è il meno.
Ho un figlio, Dio santo!
Se mi prendeva una “sbornia cattiva”? Cosa avrei potuto fargli?
Per fortuna ha il sonno pesante. Non si è accorto di nulla.
E mia moglie? Ha vegliato, chiusa a chiave nella stanza del bimbo con un coltellaccio tra le mani. Grazie al cielo mi ama davvero tanto e non ha chiamato la polizia. Quella santa donna per ora si limita a guardarmi torvo ma si vede che ha paura.
Chi non ne avrebbe?
Le ho mostrato i miei poteri. Come potrei tenerglieli nascosti? Ma le cose non cambiano.
Sono pericoloso.
Devo trasferirmi. Il paese è piccolo, la gente mormora. Per fortuna la zona distrutta non dà sul lato di “Arrigo Sacchi” e la musica dei “fattoni” era alta abbastanza… o almeno spero.
Magari vado a stare in città. Quartiere tranquillo, lontano dal verde.
Magari guarisco.

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