venerdì 17 gennaio 2014

Divertirsi o impegnarsi?


In questi giorni, specialmente dopo la domanda che si è fatto D.E.M., mi sono ritrovata a riflettere.
Credo di ritenermi una persona fondamentalmente buona, ma scarseggio di coraggio, eccezione fatta per quando vengo messa alle strette oppure esplodo di rabbia. Situazioni non esattamente abituali.
Ieri ho visto due tizi, in treno, che infastidivano e schernivano un ragazzino. Avrei voluto fare qualcosa, ma alla fine cosa fai? Cosa dici, da comune mortale, senza venir preso di mira? Tra l’altro ho un potere socialmente inutile… a meno che io non voglia creare il terrore attorno a me.
Mi sento un po’ SpiderMan, devo ammetterlo! Mi ero sempre chiesta perché mai le persone dovessero dubitare o aver paura di lui, o di qualsiasi altro supereroe, che li aiutava e li salvava. Certo che ora, stando potenzialmente dall’altro lato della barricata, la risposta mi appare chiara: se quello seduto accanto a me mutasse o utilizzasse qualche potere da film (come posso fare io), mi stesse anche salvando la vita, sarei terrorizzata.
In ogni caso, lo sviluppo dei miei poteri procede bene. Mi fa pure perdere peso, è una gioia! Devo solo dosare l’emotività che inserisco in pensieri e affermazioni: se mi controllo un po’ di più, i cambiamenti indesiderati sono molto meno frequenti e anche meno visibili. Anche se odio controllarmi…
Ora, che dire? La riflessione di Sybil mi ha scosso ancora di più.
Sono d’accordo con lei, soprattutto per quanto concerne il sole. Diciamo allora che io sono con lei, o con te visto che leggi i nostri post, ma per adesso mi limito a nascondermi.
Nascondermi un po’ dal mondo e un po’ da chi mi crea fastidi. Non avete idea di quanto sia comodo mescolarsi due minuti nella folla e mutare anche solo una manciata di caratteristiche! Non ti riconosce più nessuno.
In onore della mia amata Marvel, credo risponderò alle eventuali chiamate al bene. O comunque, eviterò di combinare casini con i miei poteri. Tra l’altro, io non vorrei mai comandare… Per cui, è un motivo in più per seguire qualcun altro e non agire da sola. E te, Sybil, parli bene. Inoltre sei la prima segnata, a quanto pare.
Forse le nostre origini sono legate… Forse siamo tutti una sorta di grande famiglia. Ci ho pensato molto poco, a questo, sarò sincera. Ma la soluzione per ora è solo una: cerchiamo di andare d’accordo, no?
Un’altra cosa che sottoscrivo è quella di vedere cosa possiamo fare. E di aiutarci. E per ora siamo in due sulla stessa lunghezza d’onda.

Ciao a tutti,
Maria.

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