Wow ragazzi, qualcuno di voi sta sbarellando di brutto
(Eminenza Nera dovresti prendere un valium), però il tipo alto come una bambola
lo vorrei vedere, potresti fare il cosplayer di Chuky alla prossima Lucca
Games; un successone. Scherzo dai, se non spariamo cavolate qui, dove possiamo
farlo?
Vi aggiorno della mia situazione. La cosa si sta facendo
interessante, ora lo posso controllare.
Qualche giorno fa sono uscito di casa per fare un po' di
allenamento, non so se mi capite.
A nemmeno cento metri da dove abitano i miei c'è una
grande piazza, molto frequentata; tra gente che si reca in chiesa, altri che
aspettano l'autobus e gli ubriaconi cronici che si buttano nelle panchine a
fare cricca.
Mi sono detto: “ora mi siedo in una panchina e provo a rifare
il giochetto della lettura della mente. Ho cercato un bersaglio, prendendo come
obbiettivo prima una “mente debole”. Ero sicuro che così sarebbe stato più facile.
Un bambino che giocava in bicicletta a meno di venti metri da me. Mi sono
concentrato e... niente, non succedeva niente.
Ho pensato che forse quel bambino era particolarmente stupido
o che in quel momento non pensasse a nulla. Allora ho provato a concentrarmi su
uno dei tizi del gruppetto di ubriachi; erano le undici del mattino ma si erano
già dati da fare. La catasta di birre affianco alla panchina sembrava proprio
un bell'albero di natale, forse era il loro modo di festeggiare la vigilia. Ho
puntato uno di quelli messi meglio, forse con il cervello non del tutto immerso
nei fumi dell'alcol.
Beh, dopo mezz'ora mi ero già rotto le scatole, non avevo
combinato nulla, ed ero a rischio linciaggio da parte del gruppo di ubriaconi
che nel frattempo si era accorto del mio insistente sguardo puntato su di loro. Alla
frase “cazzo stai guardando?”, ho deciso che forse era tempo di smettere quella
farsa e tornare a casa dei miei, senza la minima conoscenza in più di quello
che mi era successo il giorno prima. Ma è sulla strada del ritorno che mi è
venuta l'illuminazione!
Forse dovevo riproporre le stesse condizioni del giorno in
cui mi è comparsa la cicatrice, forse è come un riflesso, come il Cane di
Pavlov. Se ripropongo la stessa situazione, il “potere” (ma quanto fa figo
dirlo) si potrebbe ripresentare spontaneamente. Beh, cosa stavo facendo in quel
momento? Facile, cazzeggiavo su internet. Magari devo riproporre quella
condizione mentale. Male che vada, se proprio non ci fossi riuscito, avrei
comunque controllato la posta e scritto qualche cazzata su Facebook.
Ho preso il portatile e sono tornato in piazza, questa volta
a una distanza ragionevole dall'allegra combriccola alcolica, e ho iniziato a
navigare. Fortuna che lì si prendono alcune reti wifi libere.
Che vi devo dire ragazzi, sono un cavolo di genio, il flash,
la sensazione di ricordo, si è ripresentata appena un signore in colletto
bianco mi è passato a dieci passi di distanza. Non chiedetemi come, ma riesco a
capire a chi appartengano le informazioni. Questa volta un numero di telefono e
un codice iban. A quel punto mi sono giocato il tutto e per tutto.
“Mi scusi!” ho detto, “non è che mi saprebbe dire l'ora?”,
dovevo guadagnare un po' di tempo. Ora lo avevo agganciato, dovevo capire
quante informazioni potevo recuperare e con che velocità. L'uomo ha tirato
fuori il cellulare e mi ha risposto in maniera cortese. “grazie, molto
gentile!”. Iban e codice d'accesso al suo conto on line. Ho immediatamente
verificato, sono entrato nel sito della Unicredit e digitato il codice
d'accesso. Ero dentro!
Lo sapevo, le mie sensazioni erano giuste, le informazioni
sono tutte affidabili! Ovviamente in questo caso inutili dato che le banche
hanno tutte una chiave hardware per poter effettuare le operazioni online, e se
anche avessi potuto accreditare dei soldi, mica avrei potuto metterli nel mio conto.
Ora però so come fare, ora ho il mio protocollo di rete.
A presto!
D.
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